Cuore tenero, mente robusta per battere la destra

di Giovanni B. Bachelet in Avvenimenti, 21 febbraio 1996 (editoriale)

Quando negli ultimi mesi alcuni leghisti parlavano di pallottole di gomma e impronte dei piedi, ed esponenti di spicco della destra parlamentare organizzavano ronde contro i viados e risse contro i nomadi in periferia e al Campidoglio, ho attaccato un adesivo giallo con la stella di Davide e la scritta "io non dimentico" in ufficio. Perche' rievocare l'Olocausto? Per tener vivo non l'odio, ma la vigilanza su noi stessi: quel che preoccupa di più è la qualità politica e culturale della risposta democratica possibile, nel Parlamento di oggi e nel Paese, alle campagne della destra. E' anche dall'inerzia delle coscienze, dall'indifferenza e dalla parziale condiscendenza verso l'irrazionalità che nascono i mostri della storia. Ce lo ricordava poco fa su "La Repubblica" Vaclav Havel, presidente della repubblica Ceca. Dovrebbe insegnarci qualcosa il fatto che uno dei pochi paesi ex comunisti ad aver imboccato con rapidità ed efficacia la via dello sviluppo sia guidato da un poeta che sente così fortemente l'importanza delle radici ideali della democrazia. Forse bisognerebbe ritrovare anche qui da noi il coraggio di Havel. O quello di John Kennedy, e augurare ai nostri interlocutori meno tolleranti di svegliarsi nomadi, o immigrati, o disoccupati meridionali la mattina dopo. Programma di Prodi alla mano - ma lo scriveva di recente anche l'ex direttore del New York Times - affermeremmo allora senza timidezza che le risorse umane, e dunque anche l'immigrazione e la diversità, costituiscono la base del successo economico dei grandi paesi sviluppati: l'integrazione e l'istruzione sono un investimento e un'autodifesa, non un benevolo ma troppo costoso omaggio alla solidarieta'. Parlare e agire con "mente robusta e cuore tenero", lo diceva Martin Luther King, è essenziale per conquistare e guidare l'opinione pubblica anziche' inseguirla: non solo per salvare l'anima, ma anche per affrontare con successo il giudizio popolare e fare un governo capace di ricostruire un'italia giusta, ordinata e forte. Molti sperano che questo grande obbiettivo riemerga con nuovo vigore dalle nebbie e dai trabocchetti dell'ultima, sconcertante crisi parlamentare.