Occhio alle candidature

Giovanni Bachelet, intervento al congresso della federazione romana del PDS
Sala dei Frentani, 28 giugno 1995

Vi ringrazio anche a nome degli altri membri del coordinamento (Beppe Tognon, Alberto Tripi, Luca Fiorentino e Roberto Della Seta) per avermi invitato a parlare qui e ora, in un momento di grande attenzione. Per approfittarne con sobrietà affronterò un solo tema. D'Alema non perde occasione per sottolineare che la contrapposizione fra società civile e partiti è una sciocchezza. Vorremmo tranquillizzarlo: noi siamo d' accordo. Nei nostri comitati tutti sono convinti che i partiti abbiano un ruolo centrale; noi coordinatori lo ribadiamo ad ogni riunione, cosí come Prodi lo ribadisce a noi. Non esistono democrazie senza partiti politici.

Non si può negare però che il nostro Paese stia vivendo una condizione di rapida transizione e di grande trepidazione per la democrazia. Molti partiti - corruzione a parte - hanno a lungo mancato al loro compito, organizzare e canalizzare le speranze e i progetti della società civile. Il loro contributo e il loro coinvolgimento è però determinante non solo per le ragioni ideali illustrate da Veltroni al nostro incontro del 22 giugno al Palafiera, ma anche perché senza il l'apporto di tutti non si vincono prossime elezioni. Qui non si tratta infatti del "piccolo ma importante partito liberale", sul quale ironizzava un memorabile corsivo di Fortebraccio all'epoca della defezione di Malagodi dalla Solidarietà Nazionale: qui si tratta di circa metà della forza elettorale necessaria a vincere.

E' quindi preziosa e urgente ogni azione e iniziativa volta a riavvicinare la società ai partiti; ad aiutare i partiti a rimodellarsi velocemente secondo le nuove esigenze poste dalle leggi elettorali maggioritarie; a cementare una coalizione capace di vincere e governare, diventando magari il partito democratico di domani.

Anche noi, come D'Alema, troviamo stucchevoli le chiacchiere sulla società civile, abbinate magari alla segreta speranza che i partiti organizzati si preoccupino, con la forza del loro consenso, di sistemare qualcuno di noi in un seggio sicuro. Il compito di attrarre nuovi settori della società civile verso la politica ci sembra, invece, un compito urgente. E' per questo che, affacciati per la prima volta alla politica sull'onda dell'entusiasmo per la candidatura di Romano Prodi, ci siamo anzitutto rimboccati le maniche e abbiamo lavorato sodo per un paio di mesi, coordinando il lavoro politico di centinaia di circoli nati spontaneamente, e coinvolgendo migliaia di persone nuove. Adesso siamo in grado di mettere queste energie al servizio della coalizione, e speriamo che essa possa progressivamente prendere corpo non solo a livello nazionale ma anche regionale e cittadino.

L'idea esposta ieri da Leoni, di cominciare a promuovere a livello di collegio incontri di coalizione per analizzare la situazione e discutere con anticipo il programma, le regole e le iniziative atte a indentificare i migliori candidati che la coalizione può esprimere in quel territorio, sembra un ottimo terreno per cominciare insieme a tutti i partiti questo cammino. Se anche non si arrivasse a elezioni primarie (e vedo che non solo fra i nostri comitati, ma anche qui fra voi l'idea di elezioni primarie piace a piú d'uno) sarebbe comunque già molto, come ha detto Prodi, se sulle candidature si discutesse con anticipo e alla luce del sole. Con questa speranza alcuni dei nostri comitati che fanno capo ad uno stesso collegio hanno in effetti già cominciato ad organizzarsi spontaneamente per preparare eventi pubblici di discussione e confronto con cittadini e partiti sul metodo e sulle candidature.

Naturalmente questo tipo di iniziative andrà messo a fuoco e concordato con tutti i partiti, che in questi stessi giorni stanno cominciando a contattarci proprio come avete fatto voi del PDS. Siamo certi che nella misura in cui sapremo spenderci per un servizio alla coalizione e non per partecipare come il quindicesimo partito ad un tavolo di spartizione, noi potremo credibilmente contribuire alla scelta di candidati rappresentativi e vincenti. A discutere efficacemente non solo e non tanto quanti, ma quali candidati ogni partito sappia efficacemente esprimere. E a vincere, diversamente dall'ultima volta.

Di fronte a queste speranze non sono in pochi, nuovi o vecchi della politica che incontro a ritmo per me assolutamente inusitato in questi giorni, ad essere scettici. Ad essi vorrei ripetere con Walter Veltroni (che la ama molto) una frase di Bob Kennedy: Alcuni uomini vedono le cose come sono e dicono: perché? Io sogno le cose come non sono mai state e dico: perché no? Anche a Pietralata dicevano a Prodi: Romano, facce sogna'! Il modo in cui sapremo affrontare il problema delle candidature sarà un nodo cruciale. Vinceremo se sapremo catturare non solo la mente ma anche il cuore dei cittadini con uno stile veramente nuovo.
Giovanni B. Bachelet