Intervento di Giovanni Bachelet, Piazza Navona 15/5/2003
Ringrazio i Parlamentari dell'Ulivo, fondatori del comitato "La legge
è uguale per tutti", per avermi voluto invitare.
Ma sento subito il dovere, se è vero che stasera è stato
invitato a parlare anche il giovane che ha pubblicamente insultato
Berlusconi all'uscita del tribunale di Milano, di dissociarmi nel
metodo e nel merito. Nel metodo, perché, anche a prescindere dal
danno o vantaggio politico che ne deriva, per alcuni di noi queste
sparate sono brillanti quanto il mettersi le dita nel naso, o sputare
per terra: non si fa e basta. Nel merito, perché io non mi
auguro affatto che Berlusconi faccia la fine di Ceausescu. Mi basta che
faccia la fine di Nixon. Che abbia il tempo e l'agio di scrivere le sue
memorie facendoci sopra, magari, altri soldi. Mi basta che non governi
piú il nostro paese.
Naturalmente tutti condividiamo l'indignazione e la preoccupazione per
l'escalation di prepotenze, fallimenti economici, dilettantismo e
avventurismo internazionale di questo governo. E tutti sappiamo come si
dovrebbe comportare un politico accusato di un grave reato comune. Ma
non dobbiamo dimenticare che ciascuno di noi ha nelle mani un'arma
pacifica e civile, molto piú potente di uno strillo e anche di
una sentenza giudiziaria. Nei giorni della guerra in Iraq, ad un mio
amico, parroco a Roma, in giro a benedire le case, una signora ha detto
sconsolata: "Siamo impotenti. Che cosa possiamo fare noi per la pace?"
E lui ha risposto: "Moltissimo. Anzitutto pregare. E poi, quando
verrà il momento, votare."
Ecco, il momento di votare è vicino. E' un pensierino semplice,
ma mi permetto di girarlo anche a voi. Certo la consultazione
elettorale che abbiamo davanti è una consultazione
amministrativa e parziale, ma l'occasione non va persa. Qualche amico
santo e arrabbiato, nel 2001, mi ha criticato per aver firmato
l'appello al voto di Sylos, Bobbio ed altri, dicendomi: che vergogna,
utilizzare anche i grandi vecchi onesti e gli illusi come te, dopo
tutto quello che hanno fatto al governo! Mi hanno deluso, non meritano
il mio voto, adesso li punisco! Altri amici duri e puri hanno giocato
al gioco di Ralph Nader. Quello che, presentandosi, ha fatto mancare in
Florida la manciata di voti che avrebbe consentito ad Al Gore di
vincere. Quello, per intenderci, che diceva che l'unica differenza fra
democratici e repubblicani è la velocità con cui
s'inginocchiano davanti alle multinazionali.
Davvero fra il Berlusconi di oggi e il nostro buon vecchio governo
dell'Ulivo non ci sono differenze? Se in proposito c'erano dubbi,
questi due anni di incubo dovrebbero averli un po' chiariti. Cari
amici, fra una elezione e l'altra mettiamocela tutta per spronare i
nostri partiti del centrosinistra, per far ritrovare loro un vitale
rapporto con la società, per aiutarli a governare meglio la
prossima volta. Però alle elezioni votiamoli e aiutiamoli a
vincere.